Nell’ultima puntata del podcast BSMT, Tony Effe ha parlato di povertà e rivalsa economica partendo dalla sua esperienza personale.
Le parole di Tony Effe a proposito della sua paghetta di quando era un adolescente hanno fatto il giro del web diventando virali sui social. Il trapper, infatti, ospite dell’ultima puntata del podcast BSMT di Gianluca Gazzoli, ha rivelato alcuni dettagli della sua vita da liceale e ha parlato del senso di rivalsa economica.
Tony Effe: “150 euro erano pochi”
“Quando stavo al liceo mio padre mi dava 150 euro a settimana di paghetta. Nel senso, che ci devo fare?” – racconta il trapper. Quando Gazzoli gli fa notare che non si tratta di una cifra da poco, specialmente per un adolescente, Tony risponde: “Per me 150 euro erano pochi.”
“A 17 anni comunque già fumavo e già avevo il motorino. Ero un povero del centro. La mia rivalsa era economica, non vengo dalle case popolari, ma abitavo in una casa da 90 metri quadri e mi sentivo inferiore quando andavo a casa del figlio di X che aveva la casa con la piscina a Capalbio” – spiega il cantante.
Le dichiarazioni del trapper hanno prevedibilmente scatenato la polemica sui social: “Quando non si lavorano, i soldi non hanno valore”, scrive un utente sul profilo Instagram del podcast. “Il presentatore disperatamente sta cercando di estorcergli una qualche forma di etica o nobili motivazioni ma nulla lui insiste che voleva solo i soldi”, commenta un altro. E ancora: “Adesso inizio a bestemmiare” e “600 euro al mese a 17 anni senza far niente e si lamenta”.
L’episodio di molestie
Nel corso della puntata, Tony Effe ha poi raccontato un episodio successo durante un suo concerto: “Una cosa che ha m’ha dato un po’ fastidio è una che mi ha toccato il pisello mentre stavo a fare un live. Mi sono sentito stuprato e ho pensato cosa sarebbe successo se l’avesse fatto un uomo. Le ho dato una pizzetta sulla mano, non è bello, non è stato proprio bello“.
Il trapper ha poi affrontato il delicato argomento della depressione: “Tante volte ho momenti di depressione, non ho voglia di fare cose. Magari mi deve chiamare il mio manager per farle. Magari devo fare delle storie per il merch, ma sto nel letto tutto il giorno e non le faccio. Prima non sapevo cosa fosse l’ansia e la depressione: pensavo l’avessero solo le persone deboli“.